domenica 6 dicembre 2009

Rub al Khali, Wahiba, compleanno e tante e tante altre...

Vi avverto: il post sara' lungo. Cerchero' di sintezzizare.
Rispondo alla domanda di AZ: Cosa fare in nove giorni di vacanza?
Venerdi':Partenza alle ore 9.00 omanite (10.30 con deviazione fino all'aereoporto per trovare l'unico Costa Coffee aperto durante il primo giorno di Eid e prendersi un cappuccino grande to go)
Arrivo a Fahud alle 14 circa, dove ci attendevano gli altri (Alex e famiglia, Mark compreso -il bambino che guida il Patrol meglio di un beduino-, Angelo Pappas e famiglia, il mitico Grahm, grande fotografo e casalingo, con consorte e l'Agente Tackelberry-il russo con l'Hummer che vagava scalzo e seminudo per le Wahiba-, con moglie obesa, figli deliziosi (il DNA sembra un' opinione talvolta) e cane americano). Dopo aver piantato le tende, fatto una passeggiata, fatto una doccia e preparato la cambusa, ci siamo rifocillati con ottimo rosso siculo e carne alla brace.
Sabato: Sveglia con calma, caffe' Italiano (la mia Bialetti viola mi segue ovunque), impacchettato le tende e via. Abbiamo anche attraversato una simpatica zona dove se esci dal tracciato sterrato rischi di affondare con macchina e tutto, sparendo giu' in basso. Il fenomeno e' dovuto al fatto che il terreno e' costituito in realta' da una crosta salata (ne ho preso pure un pezzettino che ogni tanto leccavo durante il viaggio) con sotto acqua.
Abbiamo campeggiato in mezzo alle alte dune rosse del Rub al Khali, a poche centinaia di metri dal confine col KSA. Ho proposto lo scherzetto di fare un salto al di la', sventolare bandiera omanita, fare una pernacchia ai Sauditi e tornare nel Sultanato. Alex si e' pure preoccupato, credendo volessi farlo sul serio. Prima di cena, un' oretta di Dune Bashing (la sabbia piu' compatta del Rub Al Khali permette di avanzare anche in posizione verticale sfidando le leggi della fisica), scalata a piedi di una duna enorme, sand surfing (o almeno vano tentativo) e infine doccia, nel vano tentativo di levarmi la sabbia di dosso. Ero cosi' ricoperta, che potevo aver fatto benissimo il sand surf completamente nuda, il risultato sarebbe stato lo stesso.
E' seguita un' interessante chiaccherata con Tackelberry attorno al falo' che e' finita in semiscontro con Graham a causa della troppa Vodka. L'agente Tackel si scioglie solo dopo qualche bicchierino, non e' male, tuttavia l'educato Pittbull americano rimane membro piu' simpatico della famiglia.
Domenica:Solita sveglia, solito caffe' e colazione. Reimpacchetta tutto e riparti.
Abbiamo fatto sparire le radio giusto in tempo (la polizia e i militari locali non gradiscono i VHF). Un secondo dopo due pickup militari ci hanno approcciato, ci hanno girato intorno ma non ci hanno fermato. Il check point militare della zona puo' essere molto fastidioso. Vista la loro reazione, culminata con saluti gioiosi e segnali di incitamento dopo un attimo di perplessita' iniziale, credo che sia stato vincente il fattore sorpresa. La sorpresa di vedere una ragazza turbantata (con il mussar tradizionale jibbali, legato appropriatamente grazie agli anni di esperienza nel Dhofar) alla guida di una Jeep che ascolta rock anni 70 mentre il passeggero (omanita) dorme con tanto di cuscino. Inutile dire che la turbantata ero io.
Insomma passiamo immuni il posto di blocco, attraversiamo altre lande desertiche con qualche oil field qua e la, e dopo un divertente sterrato su sabbia, seguito da off road roccioso, campeggiamo in cima all' unica collina rocciosa presente nel raggio di km. Il salt dome. Segue solita passeggiata, con Angelo Pappas (geologo del PDO) che ci illustra la formazione e le peculiarita' della collina di sali e roccia, solita doccia e cena. Crollo in tenda prima del solito.
Lunedi':Sveglia colazione ecc ecc. Di nuovo alla guida, dune e off road agile fino alla strada asfaltata: la tremenda Tumrait Road (seconda solo alla zona di Qurayatt come incidendi). E da li lunga guida fino a casa, fermandosi ad Adam per il pranzo e da Starbucks per il caffe' del 'ritorno alla civilta''.
Martedi':a Muscat, tipica giornata di vacanza in citta' senza un obbiettivo preciso: ho vagato di caffe' in caffe' incontrando varia gente, programmando una cena Italiana, una gita in barca, un social dive, un certo (il 27 di gennaio, ammesso che sia sempre viva) e facendo il dettato a Simon. Devo dire che ce la sta mettendo veramente tutta per imparare la lingua della suocera e Dio solo sa il perche'. Seguono: spesa da Lulu, lavatrici, e riprepara i bagagli. Un giorno a Muscat e ne ho gia' fin troppo dei ragazzotti di Salalah in visita alla grande citta' per l'Eid che ti suonano solo perche' sei bionda urlando "How are you?". Decido di andare con i petrolai a pulire il campo e i check point della Wahiba Challenge. Per tutti e' solo una scusa per tornare a sgasare un po' sulle dune. Considerando che tutti loro sono sposati, credo che l'ecologia sia stata solo la scusa ufficiale per lasciare a casa mogli bambini e land cruiser e prendere le Jeep.
Mercoledi': Guida fino al Khamil, ingresso nelle Wahiba e via (stesso percorso della gare, ma al ritroso). Senza troppe fermate, scivolando delicatamente sulle dune e niente Italian job... A parte un salto, con l'autorizzazione di Jalood (la macchina era la sua).
E cosi' agilmente e allegramente, vestita come un beduino, ho compiuto 30 anni guidando come un omanita di 17 anni.
Giovedi': Su e giu' per le dune, fino all' uscita dal deserto. E via di nuovo a Muscat. Ho un black out del tardo pomeriggio... ma credo di aver fatto qualcosa per lavoro.. e poi di essere crollata a letto.
Venerdi': A letto tutto il giorno, nel seguente alternarsi di attivita': Lettura-dormita-lettura-dormita... e cosi' via. Agile, agile fino alle sette di sera. Passeggiata e poi di nuovo a casa a letto. Anche i supereroi si riposano. Ogni tanto.
Tra l'altro il vago sospetto che il prode Saji inizi ad odiare questa mia attivita' del campeggio in posti particolarmente sabbiosi. Attivita' che si conclude sempre nel ricreare ampie zone sabbiose qua e la per le varie stanze della casa...

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