lunedì 19 maggio 2014

"Do this things really exist?" o anche La Grande Bellezza


Stasera non vi parlero' di quello che avviene qui (noterete x altro che sono sopravvissuta all'impresa di nuotare oltre 4 km e ve ne parlero' un'altra volta), ma di quello che avviene li da voi, di come ci- anzi vi vedono (hey, io un po' fuori dagli schemi sono sempre stata, con la mia ape cross), e di come e' stato guardare la Grande Bellezza con una Venezuelana e un Tedesco.Entrambi adulti e vaccinati. Entrambi hanno girato il mondo. Eppure per entrambi quel film e' stato semplicemente surreale. Ho totalmente disimparato l'Italiano e non sono mai stata ferrata nel cinema (che non sia Marvel, super eroi e action pura). Quindi la critica che leggerete non e' di un qualche sofisticato critico 'mai piu' senza', per quella cercate altrove, ma sono le riflessioni di un'emigrante, in un paese che a casa mia e' visto o come "oddio l'arabi, se c'e' un cattivo nei film e' l'arabo..." oppure "ma il tuo migliore amico/la tua migliore amica ha un pozzo di petrolio? perche' non ti sposi uno sceicco?" (Vedo le vostre facce curiose e vi rispondo: La mia migliore amica, pur essendo della Muscat bene, lavora duramente e si mette i soldini da parte x le vacanze, come tutti noi. E no, non ha un pozzo di petrolio, non lei personalmente almeno. Forse qualche casa, ma solo perche' qui non c'e' l'ICI. E io nei miei "mid 30's" sono completamente fuori dai giochi, qualsiasi sia l'eta' dello sceicco in questione. Quelli della mia eta', invece, intendo quelli 'europeizzati' e single, si godono la singletudine come lo farebbe un qualsiasi 30enne single Italiano in vacanza a Rimini a ferragosto. E tutto passa loro x la testa meno che invitare fuori a cena un' ingegnera zittella e attempatina. Figuriamoci sposarsela.)

Detto questo, stasera, in tre, con tre storie diversissime, da tre parti del mondo diverse, abbiamo guardato un film che meritatamente ha vinto un oscar. Tutti e tre, pur avendo visitato Roma piu' volte, siamo stati d'accordo su un punto. Roma e' Roma e non c'e' niente da fare. Lo guardi e hai voglia di tornarci, subito. Due su tre, pero', hanno creduto che il film fosse fantascienza pura. 
Una bella storia, sottile, ironica (solo io percepisco la profonda tristezza di quel film??) ma pura finzione. Forse alcune scene sono tirate all'estremo, certo. Per quanto un personaggio dell'Elite culturale, Jep puo' osare al punto di avere una sorta di Madre Teresa a cena. Parliamone. 
Come pure il superlatitante vicino di casa. Nell'era di Internet, impossibile che non riconosci un superlatitante. Devi proprio vivere fuori dal mondo, come me. Ma se fosse stato ad esempio uno che vive di tangenti, o un grosso imprenditore che per aver fatto come fan tutti, si ritrova con i carabinieri in casa, ad un pubblico italiano, forse sarebbe stato anche troppo comune. Quindi questa a Sorrentino gliela passo.

"Amazing parties!!!!"... Si, tutto vero. Pare ci siano feste sulla Via Appia che non sei nessuno se non ci vai. O meglio sei come il restante 80% di Roma, quindi nessuno nello spirito del film e dei suoi personaggi. Se sei qualcuno, vai a queste feste, sei il "re della mondanita' ". 
Poco importa se non sei neanche di Roma. L'importante che tu abbia uno dei seguenti requisiti:
1.  Hai un titolo nobiliare, si ok, che non vale piu' dal 2 Giugno del 46. Ma chi se ne frega: Feisbuk non c'era, nessuno ha condiviso lo status del referendum. Nessuno sa. Niente seflie, niente like... Sei nobile. Questo basta... (Che si possa affittare la cosa, cioe' partecipi e ti fai pagare x aver perso Amici magari,  che la cosa rende i party piu' cool non lo sapevo. Ora lo propongo anche ai miei amichetti qui...)
2.  Appartieni ad un'Elite pseudo-culturale, che so, scrivi, canti, sei un santone-guru, dipingi (sono un ingegnere e manco ho fatto il classico, ancora non so perche' AZ continui a parlarmi nonostante non conosca il latino. Ti faccio gli integrali a mente, ma di arte so poco. Nulla. Non mi resta. Non ho memoria. Eppure, i pochi artisti veri che conosco hanno sfondato da quando se ne sono andati da Roma, sara' un caso)...
3. Hai soldi abbastanza da fare feste, invitare amici, costantemente, essere cool, pagare aperitivi a tutti, mantenere l'apparenza di uno status che, nel periodo che sta passando l'Italia oggi, se e' la regola 365 giorni l'anno, diviene pure imbarazzante talvolta...
4.  Non appartieni a nessuno dei gruppi precedenti, ma vai al traino del resto.

"WTF? Is snowing like no tomorrow!!" e spiegaglielo alla Venezuelana e al Tedesco, che mi hanno nutrito stasera a insalata non OGM e ottima quinoa, perche' piena di principi nutritivi, ecc, ecc.. a quello che fa triatlon, vela, e [inserire combo sportiva faticosissima a piacere].. lo stesso che fu preso in pieno da una macchina -ognuno di noi sarebbe morto- ma era cosi' allenato, muscoloso e sano che ha solo perso 10 kg in un giorno, un po' di lividi, due mesi di stampella (quella dei vecchi quando non si muovono, il trespolo, intendo) e quattro mesi dopo era in barca con 25 nodi urlando "moooore!!!". Spiegalo a loro che si, circola un sacco di cocaina perche' fa cool. "Ma costa un sacco!!" dice la Venezuelana, che probabilmente dalle sue parti  la si produce e la si vende appunto perche' buon business, ma mica fessi sono. Mica se la fanno loro. Speigaglielo che la cocaina in Italia ha preso piede perche':
1. Fa cool, la coca e' sempre stata elitaria. Le canne da centri sociali, l'eroina da disperati... ma, wow, la coca...
2. Perche' non costa piu' poi cosi' tanto. In quanto la domanda e' sballarsi a lungo, tutta la notte. La coca pura dura poco. E' la chimica, in particolare le anfetamine che prolungano l'effetto. Domanda=offerta, non ci vuole l'MBA per capire che il mercato si adegua. 1% di coca, il resto chimica per farti andare avanti a lungo. E il prezzo scende (e le morti salgono). E tutti sono contenti. (Spiegaglielo poi agli amici che sai tutto questo perche' hai passato un periodo in cui il cervello umano ti affascinava al punto che con amico restauratore appassionato di chimica, hai passato serate a sgonfiare birrini leggendo libri sulle reazioni chimiche che avvengono nel corpo qundo ti droghi e perche'. Gli stessi amici che ti come estrai un cicchino dal pacchetto ti guardano come una tossica.)

Eppoi c'e' lei, Elisa, che ha amato lui una vita, ma si e' sposata con l'altro. Altro che, quando lei muore, verso la 60ina, va da lui, Jep (un po' stronzo direi, l'altro, a questo punto tienitelo per te), e gli dice che lei ha amato Jep ma ha sposato l'altro perche' era un ottimo compagno e che, sempre l'altro, ha scoperto tutto cio' dal suo diario, che poi pero' ha buttato.
E lui, Jep, si chiede perche' lei lo pianto' allora... A Capri.... Seppure l'amava cotanto, perche' si accompagno' al rassicurante 'altro'? Questa la Venezuelana e il Tedesco l'hanno capita da soli, credo. O hanno avuto il tatto di non chiedere ulteriori spiegazioni. 
Probabilmente se Jep ed Elisa si fossero amati al tempo di whatsapp e di skype, Jep sarebbe stato tutto uno smessaggiare con altre fidanzate o presunte tali, flirtare, invitare qui o li, nascondere Elisa, o far finta che non esistesse, preparasi i terreni, just in case non si sa mai, come un eterno ragazzino. Tutto pieno di se' e del suo apparire. 
Ed Elisa, che come Kubrick evidentemente immaginava le cose prima che venissero inventate, ha preferito il rassicurante "Altro". "Altro" talmente rassicurante che neanche ti ricordi il nome alla fine del film, ma che ha tutta la tua stima. 
E ancora una volta Jep, incarna l'uomo che e' 'l'Italiano medio, il re della mondanita', il Super Io allo stato puro", seppure Sorrentino lo riscatti facendolo essere culturalmente un gradino superiore alla sua cerchia di amici, fosse solo per il tono ed il linguaggio che usa. 
Ad ogni modo alla fine del film, Jep e' ancora li' che si chiede perche' e per come e' stato piantato, la Venezuelana ti chiede delle feste, che tutti ballano e ti dice ma quant'e' bella Roma! mentre il Tedesco e' li che ripete: "si lo ammetto, sono vestiti meglio di me. Ma io almeno non porto i sandali coi calzini". (E' vero. Per essere uno che viene dalle campagne al di la' del Reno, quasi belga, non portare i salndali o i calzini o, soprattutto, entrambe le cose insieme, devo ammetterlo, e' roba da National Geographic).

Nessuno ha notato una cosa. I party, tutti in case magnifiche o in locali super, sono frequentati dai 50anni in su... per carita' sono stata ad un concerto di una cover band degli AC / DC giovedi' scorso e a stento ho riconosciuto un paio di CEO di superduper societa' locali nella loro tenuta da bikers tornati ragazzini tutto d'un tratto, ma questi ci vanno una volta, due l'anno. Li era un continuo. 
Il film incarna perfettamente non solo la Roma, ma l'Italia di oggi. Questo forse il motivo del restrogusto amaro che lascia. La scelta del set sicuramente fara' bene al turismo della prossima estate, ma a noi Italiani dovrebbe far riflettere.
L'Italia e' stata la culla di civilta' che hanno dato origine a sistemi organizzati con forme parlamentari, ha visto nascere e svilupparsi correnti filosofiche, organizzazioni militari e strategiche impeccabili (questo non dovrebbe essere un vanto oggi, ma all'epoca aveva le sue ragioni), mercati, scambi, forme di colonialismo che talvolta rispettavano e imparavano dalle civilta' che "conquistavano".... e oggi? 
Quei monumenti, quella storia che respiriamo ogni giorno, quella Grande Bellezza che diamo cosi' per scontata... oggi, per alcuni che possono vantarsene, i pochi che ancora possiedono qualche palazzo, e' un vanto... per altri un modo per far colpo su questa o su quella turista, per molti un arredo urbano a cui non presti piu' molta attenzione. 
Quella bellezza che ci invidiano, quello che ancora muove turisti e quindi un po' di economia del paese, ma soprattutto quello che ci dovrebbe insegnare e far riflettere, nel film e' una cortina, una scenografia, forse per molti niente di piu'. Una serie di edifici decadenti, che, a questo punto mi viene da dire, teniamo su solo per "accanimento terapeutico" se non siamo in grado di imparare da questi.
E io, Jep e gli altri, un po' li ho visti, li ho conosciuti... li vedo spesso. Non solo a Roma. Ed e' il motivo per cui sono qui. 
E mi vengono in mente le parole di un amico belga, "collega" e acerrimo nemico sui campi di regata, in uno scambio di mail scherzoso, in cui lo sfotto' sportivo degenero' in spiegazioni e traduzioni dal Latino del De Bello Gallico, in cui lui era quello i cui antenati vivevano lontani da ogni forma di civilta', i barbari, "con le corna in testa" e mentre noi avevamo acquedotti, parlamento e commerciavamo con l'Oman (si ricade sempre sul tema, chi e' arrivato prima nel Sultanato).. e la sua risposta, un po' nel suo stile, vagamente offensiva, ma chiarificatrice dell' immagine che la Civilta' di oggi ha di noi:
"I have learned over the years not to argue with a women, as - as a man-  you can never win! As such, please accept my surrender! (The Belgians are not any more what they used to be, I admit). I was tempted to provide you with the appropriate comments to your dissertation that nicely unfolded below. After second thoughts, I think most of your comments are rather true, well done, especially related to the French being lazy. Nonetheless, keep in mind that it are eventually these very same barbarians that had to save "the pillars from history" from bankruptcy, not too long ago. The legacy of deceit, corruption and decadency still seemingly continues to live forth well embedded in the Roman day to day culture. This said, I think we all need to take credit for our own achievements, and not for those that we have inherited, whether it was for drinking beer unshaved in trees, or for eating grapes and drinking wine out of woman's naked womb."

In realta' fui io ad arrendermi. Il barbaro aveva ragione, su molte cose tra l'altro. 
Pero' vi chiedo, e' veramente questa l'immagine di noi che vogliamo dare?