martedì 20 ottobre 2009

Musandam...

Sono tornata adesso da un sopralluogo nel Musandam, quella penisoletta a Nord, sempre territorio omanita, ma staccato dall' Oman (si entra e si esce dagli Emirati per raggiungerla), proprio di fronte all' Iran.
Ho concesso all' Ingegnerino di seguirmi in questo site visit, facendolo pure guidare al ritorno. Orami tanto il danno era gia' stato fatto: dopo l'avventura nel deserto, l' Ingegnerino non vuole piu' tornare in Italia.
Abbiamo pernottato a Dibba (Oman), nello stilosissimo Golden Tulip (che non ha niente a che vedere col catorcio omonimo di Muscat) ed abbiamo vagato tutto il giorno tra Dibba (Oman) e Dibba (UAE).
La ridente cittadina e' infatti tagliata in due dal confine tra le due nazioni. Avremo attraversato 20 volte il check point al confine e la stessa guardia, armata di simpatico mitra, mi avra' fatto altrettante volte le stesse domande. Ora, capisco che uno puo' anche non essere fisionomista, ma se passa una bionda in un posto dove alle donne vedi solo gli occhi, alla terza volta la riconosci senza che sia necessariamente una gran figa.

Oggi invece ci siamo fatti il sopralluogo a Lima, paesino poco piu' a Nord di Dibba dove si arriva solo via mare dopo circa un' ora di barca.
A Lima c'e' un porticciolo, una spiaggia, una 50ina di case, una moschea e una strada. C'e' pure una caffetteria e un ristorante, pulitissimi, ma senza bagni. Ho fatto pipi' al commissariato di polizia, intavolando una conversazione in arabo con un tipo in pigiama (la disdasha a maniche corte, 'da casa') che poi e' risultato essere l'analogo del nostro maresciallo dei carabinieri e in servizio. Alla conversazione ha assistito il suo vice, in pigiama pure lui, e il cuoco del comando. Il cuoco era l'unico che parlava un po' di inglese, ma si e' guardato bene di assumersi il ruolo di interprete per non perdersi l'esilarante teatrino che si andava prospettando. Comunque dopo aver orinato nel loro bagno, proprio accanto alle celle, abbiamo continuato il nostro sopralluogo per Lima.
Per certi aspetti sembrava di essere in Capraia. Tutti quelli che passavano per quell' unica strada ci salutavano come se ci conoscessero da sempre. E se ripassavano, risalutavano. Anche solo un cenno della mano, ma il saluto a Lima (come in Capraia) e' obbligatorio.
Qualcuno poi si fermava ed iniziava la classica serie di convenevoli "Ciao" "Ciao" "Come stai?" "Grazie a Dio, bene. Tu come stai?" "Tutto Ok. Come sta la tua famiglia?" (Eh? Conosci i miei??) "Tutti bene, Grazie a Dio" "Bene. Ciao. Ci vediamo" "Ciao. Ci vediamo, Inshallah"
Ora, non se tornero' mai a Lima, ma oggi avro' detto al 90% dei Limiani (Limiesi? Limi?), "Ci vediamo" come se fosse la cosa piu' naturale del mondo.
L' ho detto pure al capo del comando militare. Un tipo in tuta di acetato anni '80, che andava avanti e indietro per l' unica strada con una sorta di Jeep mimetica equipaggiata da guerra, anni '80 pure quella. Per convincere l'Ingegnerino che quello non era lo svitato del villaggio con l'auto strana, ma un militare in servizio (cosi' come i due omaniti pigiamati nel comando di polizia), gli ho dovuto far notare la targa militare (forze speciali, tra l'altro). Ormai in questo paese per me tutto e' normale e tutto va benissimo cosi'. E poi in fondo vengo da un posto dove il sindaco e' anche quello che porta i turisti a fare il giro dell' isola, quindi normalissimo usare il comando della ROP come bagno pubblico.

A breve aggiornero' il post con qualche foto. Ora sono troppo stanca, devo continuare il resoconto del deserto e fare una telefonata 'delicata'...

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