venerdì 30 ottobre 2009

Brevemente...

Brevemente, perche' qui e' molto molto tardi e io sono molto molto stanca.
Giornata faticosa, che mi ha tenuto in ufficio fino ad ora... si lo so, e' Giovedi', e' Halloween, ci sono un sacco di feste fighe in citta' e mi sto perdendo un campeggio favoloso... e allora? F*##^#* senso di responsabilita'...
La mia giornata comunque e' iniziata presto. Alle 7.30 ero alla Shell di Athaiba per partire per la pre-qualifica della Wahiba Challenge.Due macchine, sei Divas: alla pre-q bastano due macchine, piu' un lungo e complicatissimo elenco di attrezzi vari per la sopravvivenza e le emergenze.
Ovviamente le Divas (che vantano di 7 anni di partecipazione) sono super organizzate, iper attrezzate e con roba fighissima, che non ha nulla da invidiare a quella del Guru.
Mi sembra di essere stata arruolata nella ROP corpo speciale, piu' che da un team al femminile per partecipare ad uno dei tanti eventi-fancazzeggio del PDO. All' inizio le avevo paragonate alle Pink Ladies (x il nome), ma ora che abbiamo avuto modo di conoscerci sul campo, direi piu' Charlie's Angels. Da una rapida analisi, direi che siamo bene assortite.
Alle varie tappe durante il percorso di pre-qualifica abbiamo ritovato il Guru, il Tedesco, l'Organizzatore3 e il Cinese Kamikaze, e vari del w-e dell' altra volta, tutti lavoratori del PDO e tutti felicissimi del fatto che le loro scorse giornate passate a tirarci dentro in tutti modi, abbiano avuto buon esito. La produzione di petrolio dell' Oman adesso puo' riprendere serenamente.
Ci siamo pre-qualificate (ne avevate dubbi?) e con un ottimo tempo (alle 3 ero gia' in ufficio davanti al mio Laptop, fresca come una rosa). In realta' stando alla lunga e articolata mail che il 'Guru' ha mandato agli aspiranti concorrenti, pare le donne sono fuori dalla elimination pool (credo che i maschietti si siano scocciati di fare i festini soli uomini in the middle of nowhere), tuttavia la partecipazione al w-e di pre-qualifica e' d'obbligo.

Adesso sono distrutta... e vado a casa... credo che l'unica cosa che mi mandi avanti in questi giorni sia l' adrenalina da Challenge (gare ovunque, anche sul lavoro) e un pensiero fisso.
Non so come interpretare questa cosa, visto che il trattasi di esemplare di autovettura e non di esemplare maschile della specie umana. Decisamente, lavoro troppo.

sabato 24 ottobre 2009

The Italian Job (il seguito)...

Vi aggiorno brevemente su una questione curiosa nata a seguito del famoso w-e nel deserto, in mezza Muscat ormai noto come The Italian Job.
Nel frattempo, mentre noi comuni mortali continuiamo a lavorare, pare che tutto il Petroleum Department Oman si sia mobilitato per farci partecipare alla famosa gara nel deserto, la Wahiba Challenge.
Vari scambi di mail "Ovvia partecipate" [moriremo sicuramente], "Avete fatto un ottimo lavoro" [ma avete visto la macchina??], "we need classy italians" [hai notato che giravo con turbante Jibbali e sembravo una via di mezzo tra Sandokan e un beduino??], ci hanno definitivamente convinto a rivendere i biglietti per la serata dall' ambasciatore Inglese e prendere parte ad una nuova avventura.
Per chi non lo sapesse la WC e' chiusissima. Pare che gente da anni cerchi, invano di prenderne parte. In piu' sono piu' severi del Ministero del Manpower con l'Omanization. Loro vogliono almeno il 50% di membri PDO nei vari team.
Tanto per farvi un esempio Jalood, che lavora al PDO da un po' e che essendo omanita, in questo paese, gode di molti piu' vantaggi di noialtri, e' riuscito ad entrare nel Support Staff solo dopo insistenti e lunghe telefonate al Guru e al Tedesco. Noi eravamo nel frattempo gia' state tirate dentro d'ufficio.
E gia' arrivare ad essere nello staff dell' evento piu' chiuso e mondano del Sultanato, ci sembrava un enorme risultato.

Stasera la svolta. Tra le varie mail, siamo state contattate dalla capitana delle Wahiba Divas, unico team femminile della gara, che ci ha chiesto di unirci a loro. Solo per il nome del team vale la pena tentare. Pare che siano arrivate a noi dopo segnalazioni dagli organizzatori presenti l'altra volta, piu' un'altra mezza dozzina di gente PDO "impressionato dalle nostre performance". Sono convinta che anche l'indianino di wadi kabir che ha aggiustato il parafango lo fosse stato, ma non credo che gli passi neanche per l'anticamera del cervello di raccomandarci per una gara su dune.

In questi giorni la produzione di petrolio dell'Oman stara' crollando miseramente, visto che i dipendenti PDO sono tutti troppo impegnati a trovare il modo di farci gareggiare!

martedì 20 ottobre 2009

Musandam...

Sono tornata adesso da un sopralluogo nel Musandam, quella penisoletta a Nord, sempre territorio omanita, ma staccato dall' Oman (si entra e si esce dagli Emirati per raggiungerla), proprio di fronte all' Iran.
Ho concesso all' Ingegnerino di seguirmi in questo site visit, facendolo pure guidare al ritorno. Orami tanto il danno era gia' stato fatto: dopo l'avventura nel deserto, l' Ingegnerino non vuole piu' tornare in Italia.
Abbiamo pernottato a Dibba (Oman), nello stilosissimo Golden Tulip (che non ha niente a che vedere col catorcio omonimo di Muscat) ed abbiamo vagato tutto il giorno tra Dibba (Oman) e Dibba (UAE).
La ridente cittadina e' infatti tagliata in due dal confine tra le due nazioni. Avremo attraversato 20 volte il check point al confine e la stessa guardia, armata di simpatico mitra, mi avra' fatto altrettante volte le stesse domande. Ora, capisco che uno puo' anche non essere fisionomista, ma se passa una bionda in un posto dove alle donne vedi solo gli occhi, alla terza volta la riconosci senza che sia necessariamente una gran figa.

Oggi invece ci siamo fatti il sopralluogo a Lima, paesino poco piu' a Nord di Dibba dove si arriva solo via mare dopo circa un' ora di barca.
A Lima c'e' un porticciolo, una spiaggia, una 50ina di case, una moschea e una strada. C'e' pure una caffetteria e un ristorante, pulitissimi, ma senza bagni. Ho fatto pipi' al commissariato di polizia, intavolando una conversazione in arabo con un tipo in pigiama (la disdasha a maniche corte, 'da casa') che poi e' risultato essere l'analogo del nostro maresciallo dei carabinieri e in servizio. Alla conversazione ha assistito il suo vice, in pigiama pure lui, e il cuoco del comando. Il cuoco era l'unico che parlava un po' di inglese, ma si e' guardato bene di assumersi il ruolo di interprete per non perdersi l'esilarante teatrino che si andava prospettando. Comunque dopo aver orinato nel loro bagno, proprio accanto alle celle, abbiamo continuato il nostro sopralluogo per Lima.
Per certi aspetti sembrava di essere in Capraia. Tutti quelli che passavano per quell' unica strada ci salutavano come se ci conoscessero da sempre. E se ripassavano, risalutavano. Anche solo un cenno della mano, ma il saluto a Lima (come in Capraia) e' obbligatorio.
Qualcuno poi si fermava ed iniziava la classica serie di convenevoli "Ciao" "Ciao" "Come stai?" "Grazie a Dio, bene. Tu come stai?" "Tutto Ok. Come sta la tua famiglia?" (Eh? Conosci i miei??) "Tutti bene, Grazie a Dio" "Bene. Ciao. Ci vediamo" "Ciao. Ci vediamo, Inshallah"
Ora, non se tornero' mai a Lima, ma oggi avro' detto al 90% dei Limiani (Limiesi? Limi?), "Ci vediamo" come se fosse la cosa piu' naturale del mondo.
L' ho detto pure al capo del comando militare. Un tipo in tuta di acetato anni '80, che andava avanti e indietro per l' unica strada con una sorta di Jeep mimetica equipaggiata da guerra, anni '80 pure quella. Per convincere l'Ingegnerino che quello non era lo svitato del villaggio con l'auto strana, ma un militare in servizio (cosi' come i due omaniti pigiamati nel comando di polizia), gli ho dovuto far notare la targa militare (forze speciali, tra l'altro). Ormai in questo paese per me tutto e' normale e tutto va benissimo cosi'. E poi in fondo vengo da un posto dove il sindaco e' anche quello che porta i turisti a fare il giro dell' isola, quindi normalissimo usare il comando della ROP come bagno pubblico.

A breve aggiornero' il post con qualche foto. Ora sono troppo stanca, devo continuare il resoconto del deserto e fare una telefonata 'delicata'...

sabato 17 ottobre 2009

The Italian Job... (o anche Wahiba Sands)

Questo post ha due obiettivi: il primo, rassicurarvi che sono tornata dalla 'gita' nel deserto sana e salva, il secondo, raccontarvi come e' andata.

L'avventura e' iniziata il giorno precedente, spesa (piu' o meno) fatta, compreso acquisti di attrezzature inutili e inutilizzate perche' avevamo sempre e comunque 20 o 30 persone pronte ad aiutarci, con roba molto piu' professionale ed incredibilmente piu' figa, sorge un problema. I meccanici si sono trattenuti l'Hummer dell'Avvocatessa, dopo averlo completamente sventrato per il Major Service, con la scusa che aspettavano pezzi da Dubai (secondo noi molto piu' probabilmente aspettavano qualcuno che lo sapesse rimontare).

Male. Malissimo. Anzi, MALERRIMO. In quattro e quattr' otto ci siamo ritrovati a piedi. Troppo eccitate ormai per rinunciare, non ci siamo date per vinte.

Abbiamo noleggiato un Land Cruiser, grazie all' aiuto di un nostro amico. La gioia di aver risolto il problema era tale, che abbiamo deciso di portarci anche l'Ingegnerino.

Ovviamente mercoledi' e' stato un giorno delirante un po' per tutti, lavorativamente parlando, dico. Usciti dall' ufficio tardissimo, abbiamo raccattato il fighissimo Land Cruiser bianco, impacchettiamo la roba, caricato alla buona la macchina, e siamo filati a letto.
Giovedi' mattina alle 5 siamo partiti direzione Al Khamil, dove alle 8 ci aspettavano gli altri.
Lo dico sempre, e' ora che la gente del PDO (il dipartimento dei petrolai) inizi a lavorare seriamente e a percepire stipendi da persone normali e non da calciatore Italiano. Loro erano gia' partiti nel primo pomeriggio e si sono fatti la strada con calma, tutti con la loro terza automobile (comprata al solo scopo di distruggerla nel deserto). Noi, tuttavia, tenendo una tranquilla media di 180 (fortunatamente qualcuno aveva disattivato la spia dei 120 km/h, che nel Cruiser e' fastidiosissima), siamo riusciti a presentatarci addirittura in anticipo.


Finalmente partiamo, sgonfiate le gomme alle porte delle Wahiba, mi pongo al posto di guida (e non sono praticamente riusciti piu' a farmelo mollare) e via.

Si inizia subito con una duna piuttosto piuttosto alta e non troppo compatta, il mio battesimo del deserto mi vuole vedere in faccia sin da subito.
L' Agente Tackelberry (un tipo scalzo e seminudo, coperto solo da un gile' beige e da un paio di pantaloncini lisi) e famiglia, cane compreso, si sono subito insabbiati con il loro Hummer. Seguiti a ruota dall'Omanita Geloso, che partecipava con Land Cruiser a noleggio e che ha mostrato nel corso della traversata notevole invidia e disappunto per la perizia del nostro equipaggio FEMMINILE. Parlo di equipaggio femminile perche' l'Ingegnerino non si puo' contare. Per la maggior parte del tempo non ha fatto altro che ingozzarsi di datteri, sputando i noccioli dal finestrino e affermando fieramente "Sto spargendo il mio seme in Oman", accompagnato pane arabo e pringles (adattissime nel deserto, direi). Ha guidato per un certo tratto, contribuendo con perizia al so called "Italian Job", che io ho provveduto a completare il giorno seguente.

Devo ammettere che ai primi tentativi ho fallito miseramente pure. Sabbia troppo morbida, macchina troppo pesa e inesperienza. Abbiamo visto che il Guru (uno degli organizzatori, con Land Cruiser in tinta con la maglietta e con l'attrezzatura piu' figa di tutti) aggirava la cosa, e l'abbiamo seguito.

Dopo l' incitamento dell' Organizzatore2, che continuava a ripetermi "Non e' la tua macchina" (cosa che ho poi seguito pure troppo), ho lanciato il mezzo a tavoletta su per la duna. Ed e' andata. E' stato come un interruttore.

Tenendo nella mente il mantra del Guru "Momentum is your friend, Speed is your Enemy", abbiamo proceduto egregiamente, scalando dune e scendendo dolcemente da strapiombi di sabbia semiverticali. Insabbiandoci, talvolta, ma sempre con stile. In questi casi, a differenza dell'Omanita Geloso, ridevamo e scendevamo a fare foto, fiere di essere riuscite a posizionare un Land Cruiser in posizione verticale nella sabbia o di averne trovato il baricentro perfetto, sulla cresta di una duna, lasciando tutte e quattro le ruote in aria. In realta' poi questo non e' successo cosi' frequentemente, considerando il peso del mezzo e la mia prima volta alla guida. Ma soprattutto MAI di fronte agli occhi dell' Omanita Geloso. Il quale e' diventato il nostro acerrimo nemico, e soprattutto, continuava ad insabbiarsi in punti (difficili) che noi superavamo senza sforzi. Vedendo il suo modo di doverci dare consigli per forza o correggerci su qualcosa che avevamo fatto o su un modo o un altro di superare dei punti, ma soprattutto vedendo come godevamo quando si insabbiava, abbiamo capito perche' la prima cosa che ci e' stata raccomandata nella lezione di teoria era stata: "Don't be belligerant with other members".

Ovviamente eravamo incitate dagli altri partecipanti, soprattutto dal Tedesco (Organizzatore3) che ci ogni tanto ci metteva un po' alla prova, ma che si vedeva chiaramente che era fiero, assieme ad Organizzatore2 e al Guru, dei 'mostri' che aveva creato.

Tutto questo ci ha fatto meritare un gustosissimo gelato alla pausa pranzo, offerto dal Guru. Il Guru e' il Guru, d'altronde, e riesce anche a portarsi i gelati nel deserto.
Abbiamo guidato per tutto il giorno, compiendo 30 km. Insabbiandoci, ridendo, distruggendo il paraurti posteriore (che magicamente e' tornato in forma da solo dopo una successiva botta) e quello anteriore (che invece non ne ha voluto sapere di sistemarsi spontaneamente). Ogni volta ringraziando con cuore i meccanici che si erano trattenuti la Hummer di Alessandra.

A sera, esausti ma fieri, abbiamo montato il campo, allestito il barbecue e gustato Prosecco e vino rosso, ovviamente rigorosamente in flute e calici di vetro, ascoltando un ottmo sound generato da casse Bose. Non stupitevi, pare che questa finezza non sia niente in confronto a quello che Claire e Guillermo si portano solitamente quando campeggiano con Laurence (il Land Rover, che usano per i campeggi stilosi).

Il giorno seguente, dopo un' ottima colazione siamo ripartiti, completando la nostra avventura e finendo di imbozzare il parafango anteriore. Infine siamo usciti dal Deserto e stanchi e contenti siamo tornati a Muscat.
Ovviamente, non potendo restituire il cruiser in quelle condizioni, ci siamo diretti a Wadi Khabir, la malfamatissima zona di Carrozzieri, Carpentieri e Fabbri. Con mio enorme stupore, essendo Venerdi' pomeriggio erano tutti chiusi. Vengo da Salalah, li non e' cosi', solo nella fiorente Muscat gli indianini dei vari workshop possono permettersi il giorno di riposo settimanale.
Ma Allah e' generoso, e a Wadi Khabir, il Sig. Al Bustan (che in realta' non si chiama cosi', ma che prende il nome dall' officina in cui lavora, come tutti gli altri, del resto) si offre di lavorare all' Italian Job dalle 7 a mezzanotte.
Dopo una cena -e una pennica sul divano di Alessandra- torniamo a riprenderci la macchina e voliamo dritti all' ufficio della societa' di ingegneria che ce l'ha procurata (e dove l'avevamo presa il Mercoledi' sera).
Li ci attendeva, addormentato sul cassone di pick up, un tecnico omanita della suddetta societa', pronto a ripartire (nella notte), alle volte delle Wahiba per raccogliere campioni di sabbia. Unico bagaglio: un cuscino, un paio di ciabatte e dei sacchetti di plastica (per i campioni di sabbia)... e una notevole dose di "Allah Kareem" (Allah e' generoso).

lunedì 12 ottobre 2009

Absconding... (o anche: motivazioni del mio silenzio)

Non ho piu’ postato niente ma ho avuto delle giornate veramente piene.
Gia’ il fine settimana della festa all'ODC era stato notevolmente faticoso, se ci aggiungiamo poi che il venerdi’ l'avevo passato in tre piscine differenti (Muscat Holiday per il consueto allenamento, a seguire da Eternally Distracted (nuova conoscenza scoperta grazie ad Ale) x oziare un po’, ed infine a quella del Crown per l’aperitivo)… cose di cui, qui, non mi stupirei piu’, se non me lo facessero notare.


Sabato scorso era arrivato il capo, portando doni, tra l’altro, e la sera me ne ero andata a mangiarmi dentice e gamberoni alla brace con i Ferraristi venuti a Muscat da Dubai per vendere un paio di autovetture ad un ministro del Baharein. Il quale sicuramente si sara' gia adoperato per distruggerlo alla prima roundabout.
I Ferraristi, tra cui c’e’ un compaesano ritrovato quest’ estate dopo anni di mia latitanza dalla citta’ Labronica in Capraia, mi avevano pure invitato alla cena di rappresentanza col Bahareino. Purtroppo ho dovuto dissertare l’interessante evento a causa dei 1000 impegni, piu’ l’arrivo del giovane collega coincidente proprio con la serata, spedito da casa base a supportarmi per un tempo non chiaro.

E' seguita una settimana piena di tediosissimi impegni lavorativi, solite varie ed eventuali, da sbrigare tutte in una botta sola, sfruttando al massimo la presenza del boss a Muscat.

Non sono mancati amichevoli tafferugli (in cui io ero piacevolmente spettatrice) e di cui l'Ingegnerino (il collega di supporto, che merita una dozzina di post a se') ha pagato piu' o meno le conseguenze. Pur non avendo alcuna colpa.

Cosi' facendo, la settimana e' volata. Il capo, ripartito, ed io ho portato giovedi' pomeriggio l'Ingegnerino in spiaggia 'al ghetto' a rilassarsi un po' dopo i turbinosi eventi della settimana.
Il povero 'picciotto', infatti, mai uscito dal tragitto Cinisi - Palermo, ha ricevuto subito il 'benvenuto all' estero', grazie ad Aereoporto di Roma S.p.A. che gli ha trattenuto la valigia per una settimana.
Giocoforza, ha dovuto arrangiarsi e comprarsi qualcosa per rivestirsi.
Solitamente e' consigliabile, per chi viene per la prima volta nel Middle East, di aspettare un po' di tempo ed ambientarsi, prima di entrare da LuLu. Ma il malcapitato aveva da spendere velocemente copiosi Riali in cose totalmente inutili e che a condizioni normali non si sarebbe mai comprato, purche' di prima necessita' (vedere anche Carta dei Diritti del Viaggiatore, al punto Smarrimento Bagaglio), cosi' ho pensato che LuLu avrebbe fatto al caso suo.

Venerdi' poi, nonostante le raccomandazioni del capo, me lo sono portato in barca alle Daymanyiat perche' facesse un po' di snorkling e vesse un po' di pesciolini.
Ora... io non capisco perche' tutti si raccomandano sempre, se mi porto qualcuno in una delle mie numerose attivita', che lo riporti a casa sano e salvo. Fatto sta che forse stavolta il capo aveva ragione.
Ad un certo punto pare che l'Ingegnerino abbia visto uno squalo enorme e che abbia nuotato a velocita' della luce verso la barca al grido di "Aiuto, uno squalo!". Noi eravamo sotto, io personalmente stavo facendo i grattini ad una murena, e non abbiamo visto nulla. Solo Maura e Capitan Salem hanno potuto godere della scena.

Altra scenetta che pare mi sia persa (e che mi e' stata raccontata solo stasera) e' il recupero di un' ancora di notevoli dimensioni tutta arrugginita, che giaceva sul fondo dell' acquarium da mesi e che nessuno mai si cagava. Pare che l'Ingegnerino sia quasi affogato, ma che l'abbia portata a bordo tutto fiero dell' impresa (e anche un po' scocciato del fatto che nessuno abbia mostrato molto entusiasmo).

Sopravvissuto al w-e (anzi, devo dire che l'Ingegnerino non pare scoraggiarsi, di fibra forte, mi dicono da Palermo), il collega mi ha supportato in questa settimana senza il capo e piena meeting.
Il piu' esilarante e' stato quello dai Quantity Surveyor, un simpaticissimo Team di scozzesi (anche qui vi faro' un post...)... insomma, il collega non brilla per la conoscenza delle lingue anglofone, cosi' ho deciso di non perdere occasione per trascinarlo in serate "full of Expats".
Lui non demorde e sta reggendo benissimo le dure prove a cui io e la brillante Avvocatessa lo sottoponiamo. Al punto che ogni tanto, tutto sconsolato, mi confessa che non vuole tornare in patria (e chi lo vuole, dopo aver vissuto un po' qui?), tanto che io temo la ramanzina del capo per non averlo fatto soffrire come si deve. Beh, ieri ci ho provato e gli ho fatto saltare il pranzo. Ma non ha fatto una piega.

Comunque, tornando ai miei impegni e alle varie di questa settimana... tra le novita', Corso di Guida nel deserto.
Ieri sera abbiamo avuto la teoria, dove abbiamo imparato almeno una ventina di modi diversi per morire nel deserto, giovedi' e venerdi' avremo la pratica: attraversamento delle Waheiba Sands. Con tanto di pernottamento.
Con mio grande stupore ho scoperto che una delle maggiori insidie delle Waheiba sono gli 'aggressive beduins', pare abbiano istituito anche un call centre (un po' come le info sul traffico autostradale di Info Radio), che da informazioni sulla presenza di beduini aggressivi e sulle procedure da tenere.
Preoccupatevi seriamente se sabato prossimo non avete mie notizie. Preoccupatevi piu' che altro del fatto che, conoscendomi, c'e' la seria possibilita' che mi sia innamorata follemente di un beduino e che abbia deciso di trasferirmi in un oasi in mezzo al nulla con la mia dolce meta' nullatenente e nullafacente, dopo averlo messa in riga a dovere.

In questi giorni, piu’ o meno scherzosamente, sono stata accusata di ‘ciabattamento*’ da qualcuno di voi compatrioti. Dal termine, avete capito chi. Quindi non ritengo necessarie altre spiegazioni.
Ora, a parte che …da qual pulpito!!, poi capite anche voi che con la mia durissima ed impegnatissima vita, tra lavoro, vita sociale e studi antropologici, non mi resta purtroppo il tempo per questo genere di cose.

E non ridete, che e’ un serio dramma umano che si consuma nel Sultanato. Abbiate pieta’.

venerdì 2 ottobre 2009

Beach Party...

Ieri sera interessantissima festa in spiaggia all' ODC. Vale la pena partecipare a queste feste solo per l'interessante studio antropologico che ne puo' conseguire. Anzi, solo per questo. A queste serate non si va certo per conoscere gente, ne' per sperare di trovare la propria 'anima gemella'. Mai, in generale, qui a maggior ragione. Ricordo che questo e' un paese in cui le persone con cui varrebbe la pena anche solo parlare sono gia' sposati e con cinque o sei figli e a queste serate non partecipano. Lato Expat, ancora peggio.. a parte che la maggior parte non e' ancora rientrata, ad un beach party all' ODC trovi essenzialmente manager del Nord Europa o Americani, con la panza ed il boccalone di birra e che sono da tenere a notevole distanza (per una serie di ragioni non approfondibili in un blog).
E' stato il puro spirito scientifico a trattenermi li fino alla fine della festa, nonstante l'azoto che avessi in corpo dopo le due immersioni del mattino.

A questo genere di eventi mondani meno chic trovi il genere di persone che mai ti sogneresti di incontrare in un paese Islamico.
-In pole position metto sicuramente 'il pirata', tipo coi capelli lunghi ed orecchini da pirata, pantaloncini militari vita bassa, molto bassa (troppo bassa...bleah), pieno di tatuaggi, che pare abbia un centro pilates e faccia il personal trainer...
-Coppia Lui-Lei vestiti (uguali) di bianco (tipo Emo, per intendersi, mi rivolgo ai Capraiesi) con lunghi caftani e corredati di fascia bianca in capo.
-Omanita che conosco in quanto viene di tanto in tanto a fare immersioni, ed ha una macchina targata 69 (sapete che qui le targhe hanno un mercato... il numero poi credo se lo sia scelto), vestito normale, ma che passava, di quando in quando, per mano ad una diversa.
-Vari esemplari della fauna locale con improbabili tatoo di henna, ognuno con un accessorio particolare (il mio preferito era quello con gli occhialoni da sole bianchi di LuLu), che hanno ballato forsennatamente dall'inizio alla fine, sincronizzatissimi, dando prova di essere degli affezionati di questo genere di serate. La cosa che mi ha meravigliato di piu' e' che hanno ruscolato un casino.
-Tipo del Dive Centre, sempre (fortunatamente) a debita distanza, con sguardo inquietante ed ammiccamanti ancora piu' inquietanti, che non ha smesso per tutta la serata, nonostante sia stato ampiamente scoraggiato. (Col cavolo che Marco mi trascina a fare la notturna all' ODC!!)

Seguono poi vari teatrini dell' assurdo, in cui stavolta io non c'entro (e qui non vado oltre, tanto i locali che mi leggono sanno bene a chi mi riferisco), un paio di risse tra omaniti (mai a causa di donne, ho il sospetto che i motivi siano altri), due filippine (anche carine) che si sono morse a sangue per un orrendo ciccione.

Seguiva poi un dopo festa a Yitti, cui non ho partecipato data la stanchezza e la scarsa voglia di rischiarare l'ergastolo. In piu' stamani mattina alle 8.30 doveva venire la ditta per la annuale disinfestazione degli scarichi.
Alle 8.30, infatti, un indianino vestito da Ghost Buster con tuta beige e maschera mi si e' presentato alla porta ed ha iniziato a spruzzare roba in giro per tutta la casa. Aspetto che finisca poi vado in pischina. Almeno evacuo un po' le sostanze tossiche con cui ha ormai saturato l'aria.